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Chirurgia Micrografica di Mohs: la rimozione delle neoplasie che rispetta la tua bellezza

Il sole è sinonimo di allegria, vita, spensieratezza e benessere, così come di vacanze e di vita all’aria aperta.
Eppure, anche questo luminoso amico può giocare brutti scherzi alla nostra salute, soprattutto se il potere dei suoi raggi viene sottovalutato: ciò riguarda non solo la vista, ma anche la pelle.

 

Del resto, non è un segreto che un’eccessiva esposizione ai raggi solari possa invecchiare notevolmente la cute, e favorire la comparsa di disturbi particolarmente indesiderati. Se poi tali disturbi coinvolgono il viso, una delle zone del nostro corpo ad essere più esposte, ecco che si presenta un problema di natura non solamente “funzionale”, ma anche estetica. E’ proprio allora che la chirurgia micrografica di Mohs può venire in nostro soccorso.

Rimuovere i tumori della pelle del viso? La soluzione è la chirurgia micrografica di Mohs

Al giorno d’oggi le tecnologie e le metodiche a nostra disposizione consentono di individuare con grande tempismo eventuali formazioni cutanee sospette, anche prima che esse degenerino: ad esempio, ciò può avvenire attraverso la dermatoscopia, tecnica diagnostica di grande affidamento di cui abbiamo già parlato in precedenza in un nostro articolo (se te lo sei perso, clicca qui per leggerlo).

Tuttavia, come comportarsi nel caso in cui si renda necessaria una loro rimozione tramite chirurgia, per di più in una zona delicata come quella del viso?

Le tipologie di tumore della pelle

La risposta a tale domanda può variare in base al tipo di formazione cutanea a cui si fa riferimento. Esistono infatti diverse tipologie di tumori cutanei; una prima distinzione può essere fatta fra formazioni maligne e benigne. Tra i tumori maligni della pelle, quelli più noti – e che generalmente generano più preoccupazioni – sono quelli melanocitici, ossia i melanomi.

Tuttavia, non tutti sanno che i melanomi non sono l’unica tipologia di tumore maligno della pelle esistente. Tra i principali tumori maligni della pelle, si possono infatti riconoscere:

  • Basalioma (carcinoma baso-cellulare): si tratta della meno aggressiva forma di tumore della pelle, ma, al contempo, della più comune. Colpisce prevalentemente anziani che sono stati esposti cronicamente al sole, e si manifesta come una lesione ulcerata che non guarisce.
  • Spinalioma (carcinoma squamo-cellulare, o spino-cellulare): rappresenta circa il 20% dei casi di tumore della pelle, posizionandosi dietro al basalioma nella classifica delle neoplasie cutanee non melanocitiche più diffuse. Si presenta clinicamente come una lesione nodulare ed ulcerata, particolarmente pericolosa se non trattata tempestivamente.

Fortunatamente, una tecnica chirurgica consente di rimuovere, con precisione massima e con risultati apprezzabili – anche da un punto di vista prettamente estetico – i tumori della pelle del viso che non siano melanocitici: si tratta della chirurgia micrografica di Mohs.

 

Il dott. Fausto Cella, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, ci fornisce alcune delucidazioni in merito.

Chirurgia Micrografica di Mohs: tutto ciò che c’è da sapere

La chirurgia micrografica di Mohs è una procedura chirurgica sofisticata che consente di asportare i tumori della pelle non melanocitici del viso, come basaliomi e spinaliomi, attraverso un sezionamento seriale e una tracciatura tridimensionale della neoplasia.

Massima precisione per la rimozione dei tumori

Per il dott. Cella, “ciò che differenzia la chirurgia micrografica di Mohs dalle tecniche chirurgiche tradizionali è la sua precisione: avvalendosi di un ingegnoso sistema di mappatura clinica dei tumori, e in associazione ad un esame istologico altrettanto preciso e mirato, il chirurgo è in grado di verificare, con immediatezza e dopo ogni asportazione, l’adeguatezza dei margini di escissione. In buona sostanza, la tecnica di Mohs e quella istologica consentono all’operatore di avere un controllo assoluto sulle manovre di rimozione chirurgica.

La chirurgia micrografica di Mohs: prima, durante e dopo l’operazione

Scopo della chirurgia micrografica di Mohs è quello di ottenere altissime probabilità di rimozione del tumore, evitando al contempo di sacrificare porzioni eccessive di tessuto cutaneo sano” afferma il dott. Cella.

A tal fine, l’operazione si caratterizza come un procedimento complesso e ricorsivo, composto di diverse fasi.

La preparazione

Tutto comincia con l’effettuazione di un’anestesia sul paziente, e con l’individuazione e demarcazione dell’area del viso che sarà oggetto di intervento. Come precisa il dott. Cella, “l’anestesia è locale, e permette al paziente di non avvertire alcun dolore durante l’intervento”.

L’intervento e l’esame istologico

Lo specialista procede quindi con l’escissione chirurgica della neoplasia. Un’immediata analisi istologica della lesione, con osservazione del contorno della neoplasia, consente di accertare l’eventuale presenza di cellule neoplastiche residue: qualora, infatti, venga riscontrata una loro permanenza, si procederebbe ad un secondo ampliamento, con tanto di ulteriore esame istologico, e così via, fino ad ottenere un’ eradicazione totale della lesione. La ricostruzione dell’area operata è il passo successivo: “solitamente” – afferma il dott. Cella – “la ricostruzione avviene mediante l’impiego dei tessuti adiacenti, avanzando o ruotando lembi di pelle.” Generalmente, l’intervento nella sua totalità richiede un lasso di tempo che va da 1 a 2 ore.

Il post-intervento

Già durante la seduta operatoria i risultati delle valutazioni istologiche sono disponibili, mentre le dimissioni del paziente avvengono in giornata. Non altrettanto immediato è l’assestamento delle cicatrici, che per alcuni mesi si presenteranno come arrossate. Non c’è da preoccuparsi, comunque: ciò è segno della normale attività di ricostituzione dei tessuti portata avanti dal nostro organismo.

Ad ogni modo, secondo il dott. Cella, “può rendersi necessario, a seconda del tumore asportato e delle caratteristiche del paziente, un follow-up clinico, da protrarsi nel periodo successivo all’operazione”.

Il viso è al sicuro, grazie alla chirurgia microbgrafica di Mohs

In ambito dermatologico, la chirurgia micrografica di Mohs viene oramai riconosciuta come la metodologia raccomandata per il trattamento chirurgico di basaliomi, spinaliomi e altre tipologie di tumore non melanocitico della pelle del viso ad alto rischio di recidività.

Massima efficacia, minima recidività

La tecnica di Mohs massimizza le percentuali di asportazioni complete delle lesioni: secondo l’esperienza del dott. Cella, esse sono addirittura “superiori al 90%.” Del resto, come il dottore ci spiega, “la combinazione di tecnica di Mohs e analisi istologiche, resa possibile grazie alla collaborazione con lo staff medico polispecialistico del centro, riduce grandemente le possibilità di recidiva, risultando alla lunga la soluzione non solo più efficace, ma anche più economica per il paziente, che non dovrà, con ogni probabilità, sottoporsi a nuovi interventi chirurgici successivi.”

La chirurgia micrografica di Mohs rispetta l’estetica

E i vantaggi legati alla tecnica di Mohs non finiscono qui: “Per com’è strutturato, l’intervento permette la massima conservazione dei tessuti cutanei. A ciò va aggiunto il fatto che la ricostruzione dell’area operata viene progettata e realizzata nel pieno rispetto delle unità estetiche: ciò è essenziale per non deformare il volto, e per preservare la funzione di aree dinamiche come le palpebre, le labbra o il naso. In altre parole, il danno estetico è molto più limitato rispetto a quello conseguente agli interventi chirurgici convenzionali.
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