Difetti visivi: quali esami prima della chirurgia refrattiva?
Miopia, astigmatismo, ipermetropia, presbiopia: sono questi i “Big 4” dei difetti visivi. Tanto diffusi quanto fastidiosi, questi possono realmente rappresentare un impedimento allo svolgimento delle normali attività quotidiane, come leggere e guidare un veicolo.

Non è il caso di abbattersi: come abbiamo visto in un precedente articolo del Blog Abax, la moderna chirurgia refrattiva offre soluzioni concrete a questo tipo di problematiche, come ad esempio PRK e Femto-Lasik. L’efficacia di queste tecniche chirurgiche è oramai comprovata; bisogna tuttavia ricordare che ognuna di esse presenta specificità che la rendono adatta a determinate situazioni, in base non solo alle caratteristiche del paziente, ma anche all’entità del difetto visivo. Per questo, prima di arrivare alla tanto agognata risoluzione delle problematiche che affliggono la vista, è necessario sottoporsi ad una serie di attente attività di monitoraggio, eseguite da specialisti in Oftalmologia. Questo articolo elenca alcuni dei principali esami diagnostici che anticipano un intervento di chirurgia refrattiva dei difetti visivi.
Una “mappa” per orientarsi nella risoluzione dei difetti visivi
Quando il difetto visivo è particolarmente elevato, il trattamento d’elezione prevede l’impianto delle cosiddette lenti fachiche ICL, da inserire dietro l’iride. Per valutare l’inserimento delle ICL – e, più in generale, qualora si renda necessario l’utilizzo della tecnologia laser in chirurgia – si ricorre ad un esame diagnostico non invasivo denominato topografia corneale. Per la realizzazione della topografia corneale lo specialista fa uso di un particolare strumento, detto appunto topografo, con il quale è possibile ottenere una mappa della curvatura corneale, le cui alterazioni possono essere causa di astigmatismo e miopia.
Una volta seduto, il paziente è invitato a guardare una mira luminosa, posta all’interno di una serie di anelli proiettati sulla superficie anteriore della cornea. Il topografo acquisisce i dati necessari alla diagnosi realizzando uno scatto – simile a quanto accade con una macchina fotografica – con lo specialista che successivamente si occupa di elaborarli e tradurli in una mappa colorata; questa viene infine stampata e consegnata al paziente.
Benessere visivo…a più dimensioni
Quando si rende necessario lo studio di retina, cornea e nervo ottico, ecco che allora lo specialista indirizza il paziente verso un esame diagnostico denominato OCT – tomografia ottica a radiazione coerente. Si tratta di un’analisi computerizzata dei tessuti, finalizzata a ricostruirne la struttura per piani (a due dimensioni) e per volumi (a tre dimensioni).
L’OCT si fonda su un metodo di misurazione ottica chiamato interferometria a bassa coerenza, che sfrutta la riflessione di un fascio laser non nocivo. Come nel caso della topografia corneale, il paziente viene invitato dall’operatore a fissare una mira luminosa: la scansione parte nel momento in cui viene messa a fuoco la struttura oculare oggetto d’analisi. Oltre che particolarmente preciso, l’OCT è anche non invasivo, non prevedendo né il contatto tra strumentazione diagnostica e occhio né l’inserimento di liquidi di contrasto. L’esame dura all’incirca 10-15 minuti.
L’analisi del film lacrimale: questione di secondi
Esistono problematiche della vista che alterano il film lacrimale, ossia la struttura liquida che, ricoprendo la congiuntiva palpebrale bulbare e la cornea, serve a difendere, lubrificare e pulire naturalmente l’occhio. In vista di un intervento chirurgico risolutivo di difetti visivi, ecco che può rendersi necessaria l’analisi proprio di questo film lacrimale. In tal caso l’esame misura il cosiddetto NIBUT – break up time non invasivo, cioè il tempo trascorso fra l’ultimo ammiccamento completo delle palpebre e la comparsa di assottigliamenti e discontinuità nel film lacrimale.
Il paziente guarda dritto davanti a sé ed è incoraggiato ad ammiccare regolarmente. Successivamente, si chiede al paziente di mantenere gli occhi aperti, senza sbattere le palpebre, il più a lungo possibile. Mediante un cronometro, lo specialista misura quindi i secondi fra l’ultimo ammiccamento completo e la prima rottura dell’immagine riflessa sul film lacrimale.
Prima di correggere i difetti visivi, misuriamo la pressione intraoculare
Tappa fondamentale di una visita oculistica, nonché esame particolarmente indicato prima di un intervento di chirurgia refrattiva, è la tonometria. Tramite questo esame l’oculista è in grado di misurare la pressione all’interno dell’occhio, verificandone eventuali variazioni dovute a traumi, patologie o interventi precedenti. L’invasività di questo esame, adatto ad ogni paziente, è davvero minima, grazie all’assenza di contatto tra la strumentazione diagnostica, denominata tonometro, e l’occhio.
Una volta fatto accomodare, il paziente poggia mento e fronte sullo strumento, e, mantenendo l’occhio ben aperto, è invitato ad osservare una luce. Nel giro di pochi secondi lo specialista, grazie al tonometro, esegue la sua rilevazione, senza che vi siano dolore o particolari fastidi per il paziente.
Vuoi liberarti dei difetti visivi? Il Centro Abax ti guiderà
Tomografia, OCT, tonometria…con tutti questi esami, è facile perdere di vista la soluzione ad un difetto visivo. Per orientarti verso il trattamento più adeguato, il Centro Abax ha messo a punto “Percorso Refrattiva”: un approccio diagnostico personalizzato, dedicato a tutti coloro che sono già a conoscenza dei propri difetti visivi. “Percorso Refrattiva” include tutti quegli accertamenti indispensabili per una corretta diagnosi o preliminari ad un determinato intervento chirurgico.
Se desideri maggiori informazioni su “Percorso Refrattiva” e su tutte le nostre prestazioni mediche, clicca qui e riempi il modulo che trovi nella pagina Contatti. Il nostro staff si occuperà di fornirti le risposte che cerchi nel più breve tempo possibile.
Oculistica d'eccellenza a Cuneo
Da oltre un decennio il Centro Abax di Cuneo – ex Centro Laser Chirurgico – investe in tecnologie innovative e profili specialistici di alto profilo, al fine di trattare efficacemente i difetti e le patologie che interessano uno dei sensi più importanti: la vista.
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Specialista in Oftalmologia
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