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Dopo i 50 anni: focus sulla malattia che colpisce una persona su 10

Eccoci con una nuova intervista al dott. Caramello che fa un po’ di luce su una delle patologie della vista più subdole, nonché 3° causa di cecità al mondo! 

Il naturale processo di invecchiamento, problemi cardio-vascolari, obesità, oltre che pratiche poco salutari come il fumo, possono favorire l’insorgenza delle cosiddette maculopatie, patologie che colpiscono oltre il 9% della popolazione over 50. 

Dopo l’intervista al dott. Caramello sullo stato dell’arte della cura del glaucoma, oggi abbiamo voluto addentrarci nel mondo della maculopatia per conoscere meglio le recenti innovazioni per trattare questa malattia altrettanto subdola, nonché terza causa di cecità al mondo. 

 

Dottore, cosa sono esattamente le maculopatie? 

Dietro il termine “maculopatia” si raggruppano tutte le patologie che interessano la macula, piccolissima ma importantissima parte del nostro occhio. Si tratta infatti dell’area al centro della retina su cui, attraverso cornea e cristallino, vengono messe a fuoco le immagini. La macula è, in poche parole, ciò che ci permette di riconoscere i volti, di guidare, o leggere. 

E’ vero che esistono tante tipologie di maculopatie? 

Purtroppo sì, la macula è un’area che, con il passare degli anni, viene interessata da diverse patologie. Le forme più frequenti di maculopatia sono la maculopatia da trazione, l’edema maculare diabetico, l’edema maculare post-trombotico, l’edema maculare infiammatorio e, forse la più conosciuta, la maculopatia senile (secca o umida). 

 

Tutte le maculopatie vengono trattate allo stesso modo? 

In realtà no, ogni maculopatia ha cause e sintomi diversi per cui le terapie variano da caso a caso. Per l’edema maculare da trazione, per esempio, si predilige quasi sempre la chirurgia (vitrectomia). Essa permette di asportare dalla retina le membrane che, contraendosi con il passare degli anni, fanno sollevare la retina e provocano una visione distorta, deformata. La rimozione di tali membrane garantisce al paziente un recupero quasi ottimale della visione. 

 

Ci sono maculopatie legate a particolari condizioni mediche?

Sì, la maculopatia diabetica e quella legata alla trombosi della vena centrale della retina sono dovute a una grave alterazione del microcircolo (capillari retinici) causata proprio dalla malattia di base. Il diabete e la trombosi provocano infatti la fuoriuscita di liquido e sostanze da questi capillari, generando un ispessimento della retina. 

In questo caso si usa una doppia terapia: in primis, delle iniezioni endoculari con sostanze che migliorano la circolazione (anti VEGF), oppure con cortisone a lento rilascio. In un secondo momento, la terapia con il laser micropulsato giallo IRIS che serve per stabilizzare il quadro nel tempo e ridurre le ricadute. 

 

Questo è l’unico caso in cui si combinano terapie diverse? 

Assolutamente no, anche nel caso dell’edema maculare infiammatorio, sia quello idiopatico in cui si forma del liquido sotto la retina (coroidite sierosa centrale), sia quello post-chirurgico dove il liquido si forma all’interno della retina, inizialmente si opta sempre per la terapia medica. Se essa però non porta risultati, anche in questo caso viene utilizzato il laser micropulsato, detto laser freddo, che ha il vantaggio di non danneggiare la retina e consentire un recupero visivo anche totale. 

 

Esiste qualche tecnica innovativa per il trattamento delle maculopatie?

La degenerazione maculare senile, umida o secca, è sicuramente la maculopatia per cui ritroviamo le maggiori innovazioni. 

Nel caso della maculopatia secca, per esempio, è stata recentemente introdotta una nuova lente intraoculare da impiantare chirurgicamente in sostituzione al cristallino, che si soffra di cataratta o meno. Tale lente, chiamata eyemax mono, fa sì che le immagini vengano messe a fuoco in zone della macula “periferiche” e non danneggiate dalla patologia. In tal modo il paziente riesce nuovamente a percepire le immagini e può quindi recuperare, e mantenere per diversi anni, un’autonomia visiva sia da lontano che da vicino. 

 

Un ultimo commento?

Le terapie, chirurgiche o no, sono fondamentali ma non dobbiamo assolutamente dimenticarci dell’importanza che ricopre la diagnostica nel rallentamento o risoluzione delle maculopatie. Strumenti come l’OCT, la Fluorangiografia, o il rivoluzionario Angio OCT, sono indispensabili per ottenere una diagnosi certa e iniziare un trattamento precoce, unica chiave per contrastare l’evoluzione di queste patologie, il danno retinico che ne deriva, e la conseguente perdita della visione centrale.