Mantenere uno sguardo giovane: la blefaroplastica senza rischi

Risultati più sicuri e naturali, e interventi sempre meno invasivi, sono il frutto di continue innovazioni nel campo della medicina e chirurgia estetica, e sono anche alcune delle principali ragioni alla base della forte crescita che la domanda di interventi estetici sta riportando in questi ultimi anni.
Per quanto riguarda il viso, sempre più frequenti sono le richieste di ringiovanimento di una sua specifica sezione, ovvero di quella parte che per prima trasmette le nostre emozioni ma che, allo stesso tempo, per prima risente dello stress, stanchezza e avanzare dell’età: parliamo dello sguardo, la sezione perioculare del nostro volto che il processo di invecchiamento colpisce in maniera rilevante. Zampe di gallina e palpebre cadenti sono solo alcuni di quei segni che l’età lascia sul nostro viso, segni che sono tanto più evidenti quanto più esteso è l’eccesso cutaneo che riveste la palpebra.
Una chirurgia “diffusa”
Per quanto riguarda la chirurgia estetica facciale, uno degli interventi più comuni è la blefaroplastica, trattamento chirurgico che permette di contrastare i segni dell’invecchiamento agendo sulla parte superiore (palpebra) o inferiore dell’occhio ed eliminando gli eccessi cutanei, per riequilibrare così l’armonia del volto.
La blefaroplastica superiore prevede un’incisione a livello della piega palpebrale, per poter effettuare l’asportazione della cute, del muscolo orbicolare e del grasso in eccesso.
La blefaroplastica inferiore può essere eseguita per via congiuntivale (senza cicatrici) se vi è solo eccesso adiposo mentre, qualora ci sia anche un eccesso di cute e di muscolo, viene effettuata per via cutanea.
In entrambi i casi i punti vengono rimossi dopo 4-6 giorni ed è necessario evitare sforzi e svolgere una vita tranquilla. Il paziente può tornare alla sua vita normale, nella maggior parte dei casi, dopo una settimana.
…ma da non sottovalutare!
Molti tendono a banalizzare l’intervento di blefaroplastica, ritenendolo ormai un intervento di routine, senza considerare che deve essere eseguito in anestesia locale (potenziata da sedazione in via venosa) e che pertanto, per evitare complicanze e rischi, deve avvenire in ambiente sterile con monitorizzazione dei parametri vitali e in presenza di un medico anestesista rianimatore.
Bisogna inoltre considerare che le palpebre sono una parte estremamente rilevante del nostro viso poiché proteggono gli occhi e ne garantiscono una corretta lubrificazione. Per tale ragione è di fondamentale importanza che un intervento di questo tipo venga svolto da un chirurgo oculista che, prima di intervenire per migliorare l’estetica del paziente, provveda a fare un approfondito quadro clinico del volto, oltre che a svolgere una visita oculistica completa per escludere eventuali patologie dell’occhio. Solo un oculista, infatti, è in grado di capire con esattezza la quantità massima di cute eliminabile per evitare che si presentino rischi di infezioni o di lacrimazione continua (ectropion), oppure cheratiti.
L’importanza del no in chirurgia estetica e il ricorso alle alternative
Di fondamentale importanza per il chirurgo è il colloquio pre-operatorio con il paziente durante il quale deve comprendere bene le aspettative e il bisogno del paziente per valutare l’effettiva possibilità di risolvere il suo problema o di “esaudire” il suo desiderio. Un bravo chirurgo si riconosce anche dal fatto che sappia dire “no” al proprio paziente qualora ritenga che l’intervento non sia indicato.
Per evitare che diagnosi scorrette, o trattamenti inappropriati, continuino a far salire il numero di complicanze che si verificano nel campo della medicina e chirurgia estetica, è importante scegliere un medico responsabile che indirizzi il paziente, per il quale la chirurgia non è indicata, verso trattamenti alternativi di medicina estetica, meno invasivi e con risultati più naturali. Alcuni esempi di trattamenti di questo tipo sono rappresentati dalla tossina botulinica, che permette di intervenire sulle rughe d’espressione della regione perioculare e sulla fronte, da sostanze rivitalizzanti e da filler di ultima generazione (acido ialuronico), nei casi in cui il tessuto non deve essere rimosso ma aggiunto.
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