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Piani nutrizionali in caso di Patologie diagnosticate

Una prestazione specialistica svolta presso il Centro Abax

Nutrizione

Molte patologie richiedono piani nutrizionali adeguati e personalizzati: ciò risponde non solo alla necessità di una massima efficacia dei diversi trattamenti, ma anche a quella di fare in modo che il paziente ritrovi, laddove lo abbia perso, il piacere di nutrirsi e sentirsi in forma. Specifici piani nutrizionali per le patologie sono necessari soprattutto per alcuni disturbi che intaccano in particolar modo le abitudini alimentari, come:

Come avviene l’elaborazione dei piani nutrizionali per le patologie?

Il nutrizionista elabora piani nutrizionali per le patologie altamente personalizzati. Affinché essi siano realmente efficaci e calibrati alle reali esigenze di ogni paziente, tale realizzazione non può che essere secondaria alle necessarie visite specialistiche e diagnostiche. Solo dopo l’accertamento della problematica da trattare, infatti, il paziente può ricevere direttamente dal nutrizionista, via mail o tramite consegna a mano, il piano nutrizionale che più gli si addice.

Quale alimentazione per l’ipercolesterolemia?

Il piano nutrizionale per l’ipercolesterolemia è finalizzato a una riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue. Per questo, generalmente, si incoraggia il paziente al consumo di vegetali, cereali e legumi, alimenti in grado di ridurre il colesterolo in eccesso, e pesce, da consumare alla griglia, al cartoccio o al vapore. Va invece limitato il consumo di alimenti contenenti grassi; in particolare, vanno evitati i grassi saturi – quelli contenuti in burro, formaggi, insaccati. Inoltre, il consumo di alcol e dolci deve essere ridotto il più possibile.

Quale alimentazione per le disfunzioni della tiroide?

Il funzionamento delle ghiandole endocrine è strettamente legato all’alimentazione. In particolare, è importante l’assunzione a livelli adeguati di selenio e iodio, due nutrienti fondamentali nell’economia tiroidea. Il selenio è naturalmente presente in pesce, frutta secca, verdure, pasta, riso e altri cereali, mentre una sua carenza può essere dovuta al consumo di alcolici, uova, riso bianco e caffè, così come al fumo di sigaretta. L’assunzione di iodio da parte dell’organismo viene grandemente influenzata dal tipo di cottura dei cibi, ma anche dalla presenza di alcune sostanze chimiche negli alimenti. Un altro fattore rilevante nella salute tiroidea è il controllo del peso: è infatti dimostrato scientificamente come la possibile comparsa di noduli tiroidei sia direttamente proporzionale all’aumento di massa grassa e circonferenza vita. Tutti questi sono fattori di cui il nutrizionista tiene conto al momento di elaborare un piano nutrizionale adeguato per il paziente che soffre di disfunzioni tiroidee.

Quali piani nutrizionali per le patologie diabetiche?

Il diabete mellito è una patologia caratterizzata da iperglicemia, una condizione di abnormale presenza di zuccheri nel sangue. L’adozione di uno stile alimentare equilibrato è parte integrante della terapia del diabete; in quanto tale, la nutrizione deve essere finalizzata ad un controllo dei livelli di glicemia nel sangue, al mantenimento del peso corporeo e alla prevenzione dei fattori cardiovascolari di rischio, assicurando al tempo stesso un apporto calorico sufficiente al normale svolgimento delle attività di ogni giorno. Compito del nutrizionista è quindi quello di elaborare un piano nutrizionale altamente personalizzato per il paziente diabetico, tenendo conto dei limiti da rispettare nell’assunzione dei carboidrati e facendo attenzione non solo a consigliare una dieta particolarmente varia, ma anche ad identificare il numero corretto di porzioni giornaliere e settimanali per ogni tipologia di alimento.

Quale alimentazione per i disturbi intestinali?

Il nutrizionista, dopo le attente valutazioni del caso – per la quale può servirsi del sostegno degli specialisti in Gastroenterologia, tra gli altri – è in grado di elaborare piani nutrizionali specifici per ogni disturbo intestinale. In caso di sindrome dell’intestino irritabile, per esempio, il nutrizionista spinge il paziente ad eliminare, per un determinato periodo di tempo, il consumo dei cosiddetti Fodmap – Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols, alimenti dall’alto potere fermentativo in grado di stimolare i sintomi del disturbo. Sotto la dicitura di Fodmap vanno menzionati alimenti come i derivati del grano e della segale, il cous-cous, il latte e i prodotti caseari, alcuni tipi di frutta (mango, pera, cocomero, ciliegie, albicocche, datteri e fichi), il miele, il cioccolato, le verdure cotte a foglia larga (come cicoria e bietola), gli asparagi, i broccoli, il finocchio, i legumi, i peperoni e i funghi. Adottare tempestivamente un’alimentazione corretta in caso di disturbi intestinali consente di risolverli, evitando eventualmente il ricorso a terapie farmacologiche.

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Massimo Ricci

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