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Piani nutrizionali per Celiachia e Gluten-sensitivity

Una prestazione specialistica svolta presso il Centro Abax

Nutrizione

E’ bene fare chiarezza, in questa sede, sui due principali problemi di salute legati al consumo di glutine: la celiachia e la gluten-sensitivity.

Per glutine s’intende un complesso di proteine presente in alcuni cereali che sono parte integrante della dieta di milioni di italiani: grano, orzo, farro, segale, ma anche kamut e avena.

Che cos'è la celiachia?

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, che si presenta in bambini e adulti geneticamente predisposti. La celiachia si caratterizza per la tipica reazione immunitaria scatenata dall’assunzione di alimenti contenenti tracce di glutine, anche minime, che provoca una infiammazione cronica della mucosa intestinale, e, di conseguenza, l’atrofia dei villi intestinali.

I villi intestinali sono piccole strutture il cui compito è di facilitare l’assorbimento delle sostanze nutritive che assumiamo quando mangiamo. Se i villi intestinali sono atrofizzati, come nella celiachia, il nostro organismo non è dunque in grado di assorbire correttamente i nutrienti necessari al nostro sostentamento: ecco spiegate la denutrizione e le carenze alimentari tipiche dell’intolleranza al glutine.

La celiachia può presentare diversi sintomi, più o meno gravi, come:

  • diarrea;
  • calo del peso;
  • spossatezza;
  • gonfiore e dolori al livello dell’addome;
  • nausea;
  • nei bambini, ritardo nella crescita;
  • anemia;
  • osteoporosi;
  • amenorrea;
  • carenza di vitamine e minerali;
  • disturbi della fertilità;
  • intolleranza al lattosio;
  • dermatite;
  • diabete di tipo 1;
  • epatite;
  • patologie della tiroide.

Che cos'è la gluten sensitivity?

In molti, pur non essendo effettivamente affetti da celiachia, mostrano un quadro clinico affine a quello dell’intollerante al glutine. In questi casi si tratta, probabilmente, di gluten-sensitivity, ossia di sensibilità al glutine.

Le cause che si celano dietro alla gluten-sensitivity restano ancora oggi ignote: si sa per certo però che essa non si tratta di una reazione autoimmune, come nel caso della celiachia. Pur essendo, inoltre, i sintomi della gluten-sensitivity simili a quelli legati alla celachia, va detto che la situazione clinica del paziente affetto da semplice sensibilità al glutine è certamente meno compromesso. Ma le differenze tra celiachia e gluten-sensitivity non si fermano qui:  mentre, ad esempio, il tempo che intercorre tra l’esposizione al glutine e la manifestazione dei sintomi nel paziente celiaco può essere di alcuni settimane, mesi, o addirittura di anni, nella persona affetta da gluten-sensitivity i sintomi si mostrano già dopo poche ore o giorni. Non solo: non sono note patologie correlate e complicanze a lungo termine della gluten-sensitivity, a differenza di quanto accade con la celiachia.

Le sostanziali differenze tra caliachia e gluten-sensitivity giustificano diversi approcci terapeutici.

Piani nutrizionali per la celiachia

L’unico approccio terapeutico realmente efficace per combattere la celiachia prevede l’assunzione di nuove abitudini alimentari che escludano, una volta per tutte, il glutine. Va ricordato che non è sufficiente evitare di assumere pasta e pane: il glutine è contenuto negli alimenti raffinati più disparati, come salumi, condimenti e dolciumi. Per questo, in caso di intolleranza al glutine, è necessario sottoporsi ad una valutazione da parte di un nutrizionista, che possa indirizzare il paziente verso le abitudini alimentari a lui più idonee e metterlo in guardia dal consumo di determinati alimenti.

Seguire le indicazioni dello specialista in Nutrizione è l’unico modo di evitare la comparsa di complicanze a lungo termine e patologie invalidanti, come ad esempio il diabete.

Piani nutrizionali per la gluten-sensitivity

Solitamente, anche nel paziente sensibile al glutine viene prescritta una dieta che non preveda assunzione di glutine. A differenza della celiachia, però, nel caso della gluten-sensitivity un ridotto apporto di glutine può essere consentito. Ecco allora che la dieta del paziente sensibile al glutine e non celiaco ha certamente carattere di minor rigorosità e di impermanenza: infatti, dopo aver evitato il glutine per un paio d’anni, generalmente il paziente può tornare gradualmente a consumare cibi contenenti tale complesso proteico. Va detto che la quantità di glutine che ciascun paziente può assumere è variabile, motivo per cui, anche in questo caso, è necessario sottoporsi ad un’attenta valutazione da parte del nutrizionista.

Inoltre, non tutti i pazienti con sospetta gluten-sensitivity rispondono positivamente a tale terapia: in tali casi, qualora il nutrizionista ritenga che siano essi la reale causa scatenante dei disagi avvertiti dal paziente, lo specialista potrebbe prescrivere una dieta povera di FODMAP, carboidrati a catena corta scarsamente assorbiti dall’organismo (come lattosio, fruttosio, sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo).

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Massimo Ricci

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